Soglie
Corpi abbandonati, riflessi distorti, simboli che vibrano di assenza e metamorfosi. Il rosso brucia, segna, reclama, mentre l’acqua inghiotte e la luce dissolve. Nulla è sepolto, tutto ritorna.
· L’ingresso. Una mano immobile, forse un sigillo, forse un invito. Lo sguardo è chiamato a varcare un limite, a entrare in un universo sospeso tra simbolo e visione.
· Il riflesso. L’acqua come specchio, come soglia tra mondi. È il punto di non ritorno, la fusione tra il dentro e il fuori, mentre lo spazio diventa liquido, precario, instabile.
· L’ultimo respiro. Il fiore sommerso nell’acqua, fragile, evanescente. Il tempo lo avvolge, lo dissolve, mentre il suo riflesso si perde nel movimento delle onde.
· Il corpo abbandonato. La natura invade la scena come un presagio, un sussurro che avvolge chi cade, chi si spegne, chi svanisce senza clamore. Il corpo diventa terra, seme, inizio.
· Il presagio. Il rosso è violento, assoluto, impronunciabile. È l’ombra che attende, il tempo che divora.
· L'innocenza sommersa. La bambola circondata dai pesci, rossa come il sangue e il peccato. Il mare inghiotte i sogni dell’infanzia, lasciando in cambio visioni distorte.
· La metamorfosi. La luce avvolge la farfalla in un bagliore che sembra consumarla.
· La soglia. Un’illusione ottica che segna il confine tra ciò che è stato e ciò che potrebbe essere. Un istante in cui tutto si sospende.
· Il sacrificio. Un bassorilievo antico, l’agnello votato al rito. Il simbolo di un destino scritto, il peso della tradizione che si imprime sulla pietra e sulla carne.
· La memoria violata. Il passato sanguina ancora, il ritorno alla storia, ai volti cancellati, alle identità negate. Il rosso è un marchio, un’impronta di dolore, di rimozione. Il passato non è mai sepolto, ci guarda, ci chiama, ci chiede di essere visto.