Suture Latenti
Il mio progetto artistico nasce da una riflessione sulla fragilità delle relazioni e sulla violenza nascosta dietro l’amore. Ogni dittico che creo è un frammento di una storia reale, un omaggio alle vittime di femminicidio e un tentativo di trasformare il dolore in consapevolezza. Il mio processo creativo si basa sull’empatia: ascolto le storie, mi immergo nei dettagli, cerco di cogliere non solo i fatti, ma anche le emozioni e i silenzi che queste tragedie lasciano dietro di sé. Ogni elemento visivo – colori, materiali, texture – è scelto con cura per raccontare una parte della narrazione.
In Ossessione, le bande rosse, nere e verdi simboleggiano passione, oscurità e speranza spezzata. Il profilo di donna sul rosso esprime la vulnerabilità di un amore distorto, mentre il velluto con un unico orecchino verde segna una vita spezzata. In Polvere d’amore, l’occhio con la lacrima di sangue e la bocca evocano la violenza subita da una donna bruciata viva dal suo ex-compagno, un invito a guardare oltre il dolore e dare voce a chi non può più parlare.
In A Chiara, le pietre dorate incarnano la memoria, mentre i fiori stilizzati su sfondo nero evocano la sacralità del ricordo. La tensione tra la disposizione rigorosa delle pietre e la libertà delle forme richiama il contrasto tra ordine e caos. In Un silenzioso addio, il ramo secco e le lacrime dorate evocano un addio sospeso nel tempo, mentre il ginkgo, simbolo di resilienza, trasforma il dolore in bellezza.
I dati sulla violenza contro le donne sono un elemento essenziale del progetto, perché danno concretezza alle opere e ne amplificano il significato. Ricordano che la vergogna non appartiene a chi subisce, ma a chi commette violenza. Suture Latenti evoca le ferite invisibili che, pur celate, esistono e necessitano di essere ricucite. Il titolo suggerisce fragilità e trasformazione, raccontando attraverso l’arte un percorso di denuncia, memoria e speranza.
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